Monumento ai caduti di Tito, la storia

di Marika Coronato

Nel novembre del 1922 la Giunta municipale del Comune di Tito, presieduta dal signor Eduardo Laurini nella qualifica di Sindaco, deliberò affinché si costituisse un Comitato Provvisorio per provvedere alla raccolta di fondi per l’erigendo Monumento ai Caduti di Guerra.
Tale Comitato si costituì il 26 giugno 1926 con 45 componenti, eleggendo a Presidente Onorario il Sottosegretario di Stato per le Finanze Francesco D’Alessio. Si procedette poi con la nomina dei delegati per l’estero.

Con deliberazione consiliare del 10/12/1926 approvata dalla R. Prefettura il 17/03/1926 n. 4518 per la raccolta delle oblazioni sono delegati i signori:

  • Per RIO IANERIO: Oddone Antonio e Salvatore fu Saverio
  • Per ROSARIO SANTA FE’: Coronato Salvatore e La Cava Luigi
  • Per ASSUNCION DEL PARAGUAY: Dott. Cavalier Scavone Domenico, Dott. Scavone Michele e Oddone Adolfo
  • Per MONTEVIDEO: Vitacca Laviero e Spera Antonio fu Teodosio
  • Per NEW YORK: Mancinelli Antonio e Michele di Laviero e Satriano Salvatore fu Francesco
  • Per BUENOS AYRES: La Torre Michele e figlio, Coronato Luciano fu Saverio e Capece Rocco
  • Per ITHATIBA: Scavone Luigi fu Pasquale

(Le somme raccolte dai delegati saranno inviate, previo avviso al Presidente del Comitato, al sig. Laurini Carlo fu Gerardo Esattore Comunale che ne curerà il deposito presso la locale succursale della Banca di San Gregorio).

Il Sindaco Eduardo Laurini, Presidente del Comitato, rivolse un appello a tutti i cittadini titesi, con particolare attenzione ai concittadini residenti all’estero, affinché donassero il loro contributo.

Concittadini, onoromi comunicare che si è formato anche in questo Comune, con la Presidenza Onoraria di S. E. Francesco D’Alessio Sottosegretario di Stato per le Finanze, il Comitato per l’erigendo Monumento ai caduti di guerra.
Eternare i nomi dei 76 eroi immolatisi per la Patria, consacrando il ricordo del loro sacrificio per una più grande Italia è dovere di riconoscenza e costituisce una degna e magnifica manifestazione d’italianità e di patriottismo.
Il monumento su cui, nel bronzo perenne saranno eternati i nomi dei nostri prodi caduti nell’immane guerra, sorgerà maestoso nella Piazza del Seggio, a gloria imperitura dei nostri fratelli e del loro fulgido esempio di amor patrio, per le generazioni future.
A far fronte all’ingente spesa occorrente è dovere di tutti, dai più modesti ai più facoltosi, di partecipare.
Il Comitato rivolge un particolare appello ai concittadini residenti all’estero, nella fiducia che, memori del paese natio, vorranno, con grande slancio patriottico e con nobile emulazione, inviare il loro contributo affinché l’erigendo monumento sia degno dei nostri fratelli che impavidi sacrificarono la loro giovinezza sui campi di battaglia.

Dall’America pervennero circa £ 45.862 che, unitamente alle offerte raccolte localmente, costituirono un ammontare di circa £ 52.434.
Il bozzetto del Monumento fu scelto dal Sindaco nonché Presidente del Comitato, il Signor Eduardo Laurini. Questo ne affidò l’esecuzione allo scultore Torquato Tamagnini con il quale in data 2 novembre 1926 fu esteso regolare contratto per £ 37.000 escludendo la cancellata in ferro, la messa in opera e il trasporto.
I restanti fondi avrebbero coperto le spese per l’ultimazione dei lavori e per una modesta inaugurazione del monumento.
Stando a un documento del 18/01/1927 redatto dal Podestà Laurini all’Illustrissimo Signor Prefetto di Potenza, l’opera, assieme ad altre rientranti nell’attività di quella amministrazione, sarebbe stata inaugurata nella primavera dello stesso anno insieme all’acquedotto civico.
In realtà per l’inaugurazione si dovette attendere più di un anno: la cerimonia si tenne il 4/11/1928. Per tale occasione il Podestà Oreste Lo Pomo, in carica dall’agosto di quell’anno, fece erigere una speciale tribuna per i combattenti di Tito.
Precedentemente il Podestà si premurò di far pavimentare, con pietra del Vesuvio, il lato della piazza ospitante la fontana. Questi lavori, condotti in grande fretta a ridosso dell’inaugurazione dall’impresa Cosentino per un importo di £ 12.000, furono ripresi attorno agli anni ’30. Le operazioni effettuate furono causa di malcontento poiché, rialzando il piano stradale, fu appianata la prospettiva della fontana monumentale, fu infossato lo zoccolo del monumento e fu distrutta la meridiana che costituiva originariamente il piano stradale, disperdendone chissà dove il pregevole materiale rimosso.
Nello stesso periodo Lo Pomo si fece iniziatore di una volontaria pubblica sottoscrizione per raccogliere la somma necessaria alla postazione di due lampade a luce intensiva con relative colonne di sostegno in ghisa da porre ai lati del monumento.

Torquato Tamagnini (Perugia 1886-Roma 1965), autore dell’opera, fu uno scultore di rilievo nell’ambito dei Monumenti ai Caduti della Grande Guerra e fondatore della casa d’arte Corinthia con sede a Roma in via Flaminia.
La statua bronzea, che fu scelta per consacrare il ricordo del sacrificio dei prodi combattenti, non è sicuramente un unicum dal momento che lo stesso modello è riconoscibile nelle opere commemorative presenti in altre città, tra cui Guardia Perticara (PZ), Ragogna (UD), Ceprano (FR), Canosa di Puglia (BAT).
Le due figure bronzee si innalzano su una massa informe in pietra carsica, la quale copre un parallelepipedo lapideo costituito probabilmente da due parti sovrapposte (come farebbe pensare la linea di stacco orizzontale nella parte mediana). Su tale basamento in marmo, caratterizzato da uno stile sobrio e da forme pulite e lineari, si staglia, in facciata, al di sotto dell’iscrizione commemorativa, il rilievo in bronzo dello stemma comunale. Sui restanti lati sono presenti gli elenchi dei Caduti della Grande Guerra. La parte inferiore del basamento, quella che unisce il parallelepipedo ai gradoni sottostanti, è costituita dall’assemblaggio di più forme, anch’esse molto regolari, una delle quali ricorda un capitello dorico rovesciato. In questa zona sono affissi medaglioni bronzei.
L’intero monumento ha uno stile classicheggiante, in perfetta armonia con il gusto fascista.
La parte scultorea vede la presenza di due figure: una maschile, il corpo esanime di un soldato con la mano sinistra sul cuore e con il capo abbandonato, e una femminile, quella di una graziosa donna, L’Angelo della Vittoria, coronata d’alloro con un abito stile liberty, intenta a posare la palma del martirio sulla salma.

Bibliografia
Archivio di Stato di Potenza, Prefettura, archivio generale, Atti amministrativi 1913-1932, busta 1677.
La Basilicata nel mondo: rivista regionale illustrata, Vol. 1926, Periodico. Matera – BMG, 1983.
Nappi M.R. (a cura di), La Campania e la grande guerra, Gangemi Editore, 2009.
Panzetta A., Dizionario degli scultori italiani dell’Ottocento e del primo Novecento, Vol. I., 1994.

foto di Michele Luongo