Francesca Cafarelli De’ Carolis
Patriota. Pur essendo nata a San Marco in Lamis (Foggia) forse nel 1755, è da considerarsi una titese illustre per aver sposato, probabilmente nel 1774, Scipione Cafarelli, esponente di una nobile famiglia del paese. L’eroica donna, madre di sette figli, abbracciò con la sua famiglia le idee rivoluzionarie antiborboniche, partecipando nel marzo del 1799 ad innalzare, nella piazza di Tito, “l’albero della libertà”. Il suo credo politico ne decretò una fine orribile: dopo essere stata barbaramente torturata, finì con l’essere giustiziata in piazza, mentre gridava “Viva la repubblica, viva la libertà!”. All’eroina è stata intitolata una strada e anche la scuola elementare del paese.
Andrea Federici
Giureconsulto. Discendente da nobile famiglia, visse negli ultimi anni del Settecento, svolgendo attività forense soprattutto a Napoli. Scrisse molti libri di diritto.
Frate Giovanbattista da Tito
Religioso. Visse nel XVIII secolo.
Frate Matteo da Tito
Francescano. Fu frate laico e terziario e visse in epoca barocca, morendo il 30 luglio del 1664 in concetto di santità nel monastero potentino di Santa Maria.
Giuseppe Messina
Giureconsulto e magistrato vissuto nel XIX secolo. Da Tito ben presto si trasferì a Napoli per intraprendere gli studi giuridici. Dopo la laurea in Giurisprudenza intraprese la carriera giudiziaria, arrivando a ricoprire prestigiosi incarichi in tutto il Mezzogiorno. Fu infatti giudice regio, presidente di tribunale e consigliere della Corte d’appello in Campania, Basilicata, Sicilia. Fu anche insegnante e scrisse in materia giuridica pubblicando un “Trattato delle prove giudiziarie in materia civile e commerciale” ed “Elementi di diritto civile secondo il codice italiano”, opera rimasta incompiuta. È sepolto nella cripta della cappella campana della Congrega dei Nobili della Vita di San Potito.
Don Giuseppe Spera
Religioso. Nacque il 12 agosto 1835 da Raffaele e Caterina Salvia. La sua era una famiglia nobile di Tito che per la prima istruzione letteraria lo mandò a Napoli e poi nel capoluogo Potenza. Iniziò gli studi religiosi a Salerno, nel seminario diocesano, terminandoli nel seminario di Potenza dove fu ordinato sacerdote. Tornato a Napoli per ultimare gli studi universitari, fu costretto a riparare in paese in seguito ai moti carbonari del 1860. Sono di quegli anni molte opere letterarie che furono pubblicate, tra le quali è da menzionare il poema eroico “Il conte Verdi di Savoia” che gli valse la nomina a Cavaliere della Corona d’Italia. I suoi scritti lo portarono, inoltre, a essere membro di varie accademie italiane del tempo. Insegnò Lettere italiane e latine presso il seminario potentino e Letteratura italiana a Cava dei Tirreni, nel Liceo classico della badia benedettina. Fino agli inizi del secolo scorso insegnò anche presso la badia benedettina di Monte-cassino.
Sodegerio da Tito
Uomo politico medievale, funzionario del Sacro Romano Impero, che agì politicamente nel Principato Vescovile di Trento, diventandone podestà, su mandato degli Imperatori Federico II di Svevia e Corrado IV Hohenstaufen. Originario di Tito, fu uno dei tanti funzionari federiciani il cui invio nelle città settentrionali si iscriveva nel disegno politico di Federico II di rafforzarvi il potere imperiale.
Dal 1238 al 1255 fu podestà di Trento. Il suo governo fu improntato, con successo, alla volontà di cercare la collaborazione di tutti i soggetti, i ceti e le forze che trovavano espressione nella città e nell’episcopato.
Nonostante il sodalizio con Ezzolino da Romano da Verona, che lo trasformò in un proprio vassallo, Josef Riedmann, medievista dell’Università di Innsbruck, ha riconosciuto il merito politico di Sodegerio per aver condotto un’azione di governo pragmatica e non dispotica, ispirata al desiderio di cercare costantemente la collaborazione di tutte le forze dell’episcopato.