Coinvolte Regioni e Province, Comuni, Prefetture, Vigili del Fuoco e forze di polizia
Sono pubblicate le “Raccomandazioni operative per prevedere, prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di emergenza connesse a fenomeni di frana e alluvione durante le stagioni autunnale e invernale 2022-2023” firmate dal Capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, e indirizzate ai diversi attori del Servizio Nazionale della Protezione Civile.
Nella nota si sottolinea come la passata stagione estiva sia stata caratterizzata da temperature particolarmente elevate, con valori localmente mai registrati negli anni precedenti, da una generale scarsità o assenza di precipitazioni a cui si sono sovrapposti eventi meteorologici localmente intensi, da fusione dei ghiacciai e da rilevanti incendi boschivi che non hanno risparmiato il Nord del Paese, effetti del cambiamento climatico in atto e previsto che possono sempre di più mettere alla prova il sistema di protezione civile.
Le raccomandazioni puntano, quindi, l’attenzione sui periodi autunnale e invernale. Il primo è, di norma, il momento dell’anno nel quale si avvicendano le perturbazioni provenienti dall’Oceano Atlantico che possono sia fare da innesco per fenomeni temporaleschi sia portare precipitazioni diffuse e spesso anche prolungate, in alcuni casi capaci di assumere carattere di particolare persistenza.
L’inverno, invece, è, di norma, la stagione caratterizzata da irruzioni di masse di aria di origine polare o artica, con possibili nevicate fino a quote basse o molto basse, rischio di forti gelate, nel corso del quale, però, negli ultimi decenni, si sono registrate prolungate fasi di temperature superiori alle medie climatiche, con conseguenze diverse sulle precipitazioni.
In tale contesto, «l’elevata antropizzazione e la densità abitativa di molte aree esposte ai fenomeni citati comportano un rischio da alluvione e da frana spesso molto elevato» scrive il Capo Dipartimento indicando, poi, le misure di prevenzione non strutturali di protezione civile su cui l’intero sistema deve concentrarsi per mitigare i rischi da frana e alluvione.
Prima di tutto la pianificazione di protezione civile, verso la quale si chiede a Regioni e Province autonome un’azione di impulso, indirizzo e supporto agli Enti locali, in stretto raccordo con le Prefetture-UTG. Poi i presidi territoriali idraulici e idrogeologici, efficace strumento conoscitivo da integrare con i sistemi di monitoraggio e allertamento, e il sistema di allertamento, nell’ambito del quale la piena operatività dei Centri funzionali decentrati delle Regioni e delle Province autonome è fondamentale per garantire il necessario e costante flusso informativo.
Tra le misure non strutturali rientrano, infine, le procedure di attivazione delle strutture e delle componenti del Servizio Nazionale che deve avvenire, quando necessario, in modo tempestivo e coordinato, e la comunicazione e informazione alla popolazione, auspicabilmente integrate sui diversi canali istituzionali.
Fonte news: Sito istituzionale Protezione Civile
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