Il Sindaco di Tito Graziano Scavone ha chiesto la convocazione immediata di un incontro tra i vertici aziendali, i rappresentanti istituzionali e le parti sociali affinché si individuino, senza alcuna esitazione, le possibili soluzioni.
Questa mattina il sindaco del Comune di Tito Graziano Scavone ha inviato una lettera all’attenzione dei parlamentari lucani, del Presidente della Giunta regionale di Basilicata Vito Bardi, all’Assessore regionale alle attività produttive Franco Cupparo e ai Segretari Regionali dei sindacati lucani.
Oggetto della missiva del primo cittadino titese è stata la richiesta di convocazione di un incontro sulla vertenza dello stabilimento Tfa – ex Firema Trasporti di Tito.
Da tempo la gestione del gruppo Titagarh, subentrato alla precedente proprietà del gruppo ex Firema Trasporti a seguito di bando ministeriale, sta generando numerose perplessità, soprattutto per quanto concerne la salvaguardia dei livelli occupazionali dello stabilimento Tfa di Tito.
Già questa estate, infatti, per il tramite dell’allora amministratore delegato Titagarh Italia Luigi Corradi (attuale ad di Trenitalia), l’azienda aveva preannunciato la volontà di chiudere lo stabilimento Tfa di Tito e di trasferire le 58 unità lavorative nella sede produttiva di Caserta, incontrando la volontà della Regione Basilicata di mettere in campo ogni azione utile per scongiurare questo evento, nel tentativo di preservare maestranze altamente qualificate, dotate di una significativa esperienza nella produzione e manutenzione di motori per treni.
Inoltre, il piano industriale presentato dall’allora amministratore evidenziava forti criticità produttive dell’intero gruppo Titagarh, oltre alla possibilità che le produzioni, attualmente realizzate a Tito, potessero essere acquisite in “outsourcing” con la rinuncia di fatto a mantenere il segmento di produzione dei motori all’interno degli stabilimenti del gruppo.
Intanto, in questi mesi, anche per effetto dello stop ai licenziamenti imposto dal governo a causa della crisi Covid, lo stabilimento di Tito ha continuato a svolgere l’attività industriale a favore del gruppo. Il timore che non ci sia alcuna volontà di costruire una soluzione per garantire continuità produttiva ed occupazionale per i lavoratori lucani, però, si fa sempre più forte.
“Considerati i drammatici riflessi che la chiusura dello stabilimento di Tito comporterebbe sul piano sociale e considerato che l’eventuale trasferimento dei lavoratori a Caserta rappresenterebbe soltanto il preludio al licenziamento – ha osservato il sindaco di Tito Graziano Scavone – mi preme sottolineare, anche a nome dell’intera comunità che rappresento, la necessità che si convochi da subito un incontro tra i vertici aziendali, i rappresentanti istituzionali e le parti sociali affinché si individuino, senza alcuna esitazione, le possibili soluzioni per scoraggiare l’intenzione del gruppo Titagarh di cessare l’attività produttiva nello stabilimento di Tito e che si definiscano forme di incentivazione a sostegno dello stabilimento di Tito e dell’intero comparto ferroviario lucano, il quale, grazie alle diverse imprese insediate, conta centinaia di addetti altamente qualificati e rappresenta uno dei settori produttivi con maggior numero di occupati tra quelli presenti nell’area industriale di Tito”.