Convertito in legge il decreto per consentire variante in corso d’opera da utilizzare esclusivamente in compensazione per far fronte alle variazioni in aumento
Il sindaco di Tito Graziano Scavone: “Esprimo soddisfazione per le modifiche normative, ora serve proseguire con il rifinanziamento delle opere e del fondo per le compensazioni alle imprese”
Con le modifiche al codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, inserite nel decreto 36 del 30 aprile 2022, convertito nella Legge n. 79 del 29 giugno 2022, si compie un passo importante per superare le difficoltà che da tempo stanno interessando l’esecuzione di tante opere pubbliche in tutta Italia a causa dell’aumento dei prezzi dei materiali e delle difficoltà nell’approvvigionamento degli stessi.
Un’evoluzione normativa che ha trovato ampi consensi, così come osservato dal sindaco del Comune di Tito Graziano Scavone, responsabile attività produttive di Anci Basilicata, e che consente varianti in corso d’opera che assicurino risparmi, rispetto alle previsioni iniziali, da utilizzare esclusivamente in compensazione per far fronte alle variazioni in aumento dei costi dei materiali.
“Esprimo soddisfazione per il contenuto dell’articolato – ha commentato il primo cittadino titese – che consentirà, a tutti gli effetti, di superare alcune problematiche relative alla prosecuzione delle opere pubbliche per le quali, in molti casi, si stanno verificando rallentamenti, sospensioni, se non la revoca dei contratti tra imprese e stazioni appaltanti pubbliche, permettendo varianti sostanziali ai progetti, di modo che si contrastino gli effetti del rincaro dei prezzi dei materiali”.
“La mobilitazione dei mesi scorsi da parte delle impresa edili – ha proseguito il sindaco Scavone – e le preoccupazioni espresse dal sistema delle autonomie locali di lasciare opere pubbliche incompiute sparse da nord a sud inizia a trovare un’adeguata attenzione da parte del governo centrale e del Parlamento. Resta da fare ancora altro, insieme alle modifiche del codice dei contratti pubblici e all’utilizzo delle somme dei ribassi. Serve ora aumentare significativamente il fondo nazionale per la compensazione del rincaro prezzi alle imprese e consentire il rifinanziamento delle opere nel caso in cui le somme a disposizione nei quadri economici non siano sufficienti a coprire i costi dell’intera opera”.
“Se da un lato il Pnrr pone obiettivi molto chiari nella tempistica dell’esecuzione delle opere – conclude il vertice dell’amministrazione titese –, dall’altro la problematica dell’aumento del prezzo dei materiali, oltre alle ripercussioni economiche sul sistema delle imprese edili, rischia di far deragliare irreversibilmente gli obiettivi di crescita sociale che il Pnrr ambisce a raggiungere”.